I taccuini di Tarrou – 212

In Stirner, uno dei pensatori che amo di più, per la sua incontenibile forza critica, polemica, negativa, distruttiva, ancor più che una filosofia dell’egoismo trovo una filosofia della sofferenza e della disperazione, il risultato più estremo della riflessione di un uomo radicale segnato dal dolore e dalla solitudine, animato da una straordinaria volontà di affermazione della propria individualità che, non trovando una possibilità di espressione nel mondo, perché il mondo che gli è toccato in sorte è quanto di più lontano dalla sua visione, dalla sua morale, non può fare altro che ripiegarsi su se stessa e bruciare del suo stesso fuoco.

Stirner in un ritratto, basato sugli schizzi di Engels, di Valloton

Del resto, è dal dolore, dalla solitudine e dalla disperazione che nascono i pensieri più estremi e distruttivi, come l’idea napoleonica di Raskol’nikov o la logica assurda del tutto è permesso di Ivan Karamazov. Tuttavia, non tutte le filosofie radicali sfociano nell’omicidio o nel consenso all’omicidio, come nel caso dei personaggi di Dostoevskij, di Stirner o di Nietzsche, come sostiene Camus nell’Uomo in rivolta, e penso alle filosofie di Leopardi e Michelstaedter, la cui forza critica si concretizza infine in un messaggio di resistenza e autenticità.

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